Mastoplastica riduttiva

Mastoplastica riduttiva

 

Qualche giorno fa abbiamo parlato di mastoplastica additiva, oggi invece tratteremo l’argomento che riguarda la possibilità di ridurre il volume del seno, mediante l’intervento denominato “mastoplastica riduttiva”, quest’ultimo consente alla paziente di: ridurre le dimensioni di un seno troppo voluminoso e cadente o anche correggere l’asimmetria mammaria, in questo modo è possibile risolvere problemi legati all’eccessivo volume del seno, come: problemi alla schiena, zona cervicale, lombare e regione mammaria, problemi di respirazione ecc.

La presenza di un seno molto grande (ipertrofia) e cadente (ptosi mammaria) può anche dipendere da fattori genetici, recettività ormonale del tessuto mammario o eccessivo peso.
Generalmente, quando parliamo di mastoplastica riduttiva, ci riferiamo a un intervento complesso che ad ogni modo dà ottimi risultati, l’importante è che venga eseguito da uno specialista in chirurgia plastica, esperto nel modellamento del seno, all’interno di strutture specializzate e attrezzate adeguatamente.

A livello storico, il primo intervento di mastoplastica riduttiva fu eseguito in Inghilterra nel 1669, ad opera di Durston.

A partire dagli anni ’80 Gruber, Jones e Benelli furono i promotori della tecnica periareolare per correggere gradi moderati di ipertrofia mammaria, mentre per le ipertrofie più gravi e con elevato grado di ptosi sono state ideate diverse tecniche chirurgiche con lo scopo di raggiungere una forma esteticamente più armonica con il minor numero di cicatrici possibile.

Per questa tipologia di interventi non esistono limiti di età però è preferibile attendere il completo sviluppo del seno che avviene intorno ai 16 anni e in alcuni casi con la maggiore età.

Intervento

Le tecniche di riduzione e di mastopessi sono simili, differiscono nel fatto che nella pessi si elimina quasi esclusivamente la cute in eccesso, mentre nella riduzione si agisce anche sull’eccesso di tessuto ghiandolare e adiposo che viene asportato, senza tuttavia alterare la funzionalità della ghiandola mammaria (capacità di allattamento).
L’intervento è eseguito in anestesia generale, richiede dalle due alle quattro ore ed uno, due giorni di degenza. La continua ricerca di nuovi metodi di riduzione e mastopessi è rivolta a ridurre al minimo le cicatrici, che quasi sempre accettabili dal punto di vista estetico, possono presentarsi in numero e dimensioni differenti, a seconda del grado di riduzione ghiandolare e di ptosi.

Esistono molte tecniche d’intervento, a seconda del caso da risolvere. Queste si distinguono in base alla cicatrice residua:

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