Il seno “perfetto”

Il seno “perfetto”

La cara vecchia classica “coppa di Champagne”? Quello delle Pin up celebrate dal cinema Italiano anni ’60 ? Le flappers degli anni 20 dall’aspetto androgino?

Insomma, qual è il seno perfetto? Quello in armonia con il resto del corpo, senza dubbio.

Un bel décolleté deve essere naturale:mobile, morbido e caldo. Si parla di atrofia o ipotrofia mammaria quando il seno è molto piccolo o svuotato. Questa situazione può essere costituzionale o provocata (da una gravidanza, dimagrimento,dall’ età…) e può essere risolta con una mastoplastica additiva.

Ingrandire chirurgicamente il seno non significa realizzarlo in maniera standard: ogni donna ha caratteristiche fisiche e tissutali diverse, così come differenti sono le aspettative di ciascuna. La scelta delle protesi, come la tecnica chirurgica, vanno valutate quindi attentamente perché un seno “su misura” é senza alcun dubbio un seno più bello e dalla parvenza naturale.

La mastoplastica additiva è un intervento che solitamente richiede all’incirca 90 minuti ed è generalmente eseguito in anestesia generale con un solo giorno di ricovero ma in casi selezionati è possibile eseguirla in regime di Day Hospital in anestesia locale con sedazione.

La tecnica chirurgica da utilizzare è personalizzata al singolo caso e riguarderà la scelta del tipo di modellamento mammario da effettuare, del tipo d’incisione cutanea che potrà essere periareolare, nel solco mammario o nel cavo ascellare, infine, la sede dell’alloggiamento protesico che sarà retromammario, sottomuscolare o in loggia mista.

E’ caratterizzato da un modesto fastidio nei quadranti infero laterali e mediali del seno. Il gonfiore inizialmente presente, risolve in pochi giorni e la paziente potrà tornare alle normali attività dopo 7-10 giorni.

Ma cosa fare quando il seno è troppo grande?

In Italia sono oltre cinquemila le donne che si operano ogni anno per ridurre un seno troppo prosperoso, ma c’è poca informazione riguardo i passi da fare prima di sottoporsi all’intervento. E’ quanto afferma l’Aicpe (Associazione italiana di chirurgia plastica estetica).

Le tecniche di riduzione e di mastopessi sono simili, differiscono nel fatto che nella pessi si elimina quasi esclusivamente la cute in eccesso, mentre nella riduzione si agisce anche sull’eccesso di tessuto ghiandolare e adiposo che viene asportato, senza tuttavia alterare la funzionalità della ghiandola mammaria (capacità di allattamento).
L’intervento è eseguito in anestesia generale, richiede dalle due alle quattro ore ed uno, due giorni di degenza. La continua ricerca di nuovi metodi di riduzione e mastopessi è rivolta a ridurre al minimo le cicatrici, che quasi sempre accettabili dal punto di vista estetico, possono presentarsi in numero e dimensioni differenti, a seconda del grado di riduzione ghiandolare e di ptosi.

Dopo l’intervento non c’è dolore, ma soltanto qualche modesto fastidio controllabile con opportuna terapia. Viene applicato un bendaggio elasto-compressivo leggero del seno che è rimosso unitamente alla medicazione dopo quattro giorni e sostituito con un reggiseno adeguato alla nuova forma e volume; i punti di sutura sono rimossi tra i 7-10 giorni successivi l’operazione ed è possibile tornare alla normale attività lavorativa in dieci giorni.

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